Il sentiero

Il sentiero Maurizio Salvatore, circa 21 chilometri, circoscrive il versante Sud-Est di monte Farano; è corredato di frecce direzionali e tabelle didascaliche. È stato realizzato per iniziativa di “Associazione Maurizio Salvatore” e Sezione di Vasto del CAI, con la collaborazione dell’Amministrazione comunale di Tufillo. Inaugurato ufficialmente il 9 maggio 2010, ogni anno, la seconda domenica di maggio, vi si svolge una passeggiata ecologica in ricordo di Maurizio.

(I numeri in grassetto fanno riferimento alla mappa del percorso)

Punto di partenza n°1, località Scoste: Area di servizio

Dall’area di servizio(1) fino a colle Amarena(22), il sentiero corre parallelamente al fiume Trigno e poi risale un pendio ricoperto dalla tipica macchia mediterranea, lambendo la parte meridionale del bosco Difesa Grande. La formazione rocciosa che caratterizza le alte scarpate prende da qui il nome flysh di Tufillo(2).panorama_ovest

Proseguendo verso “Le ginestre”(3), ma prima di giungervi, un sentiero s’inerpica sul dorso del ripido crinale di Caprafica(4) e segna l’avvio della lunga ascesa al monte Farano. Attraversa tratti di bosco ceduo e di rigogliosa macchia mediterranea, offre vedute sempre più ampie sulla media valle del Trigno. Anticamente, questo crinale segnava il confine fra i Frentani ed i Sanniti Pentri.
Nella stretta gola del fiume, si scorgono il laghetto per la pesca sportiva “Le ginestre” ed un ponte edificato all’inizio del 1900, fatto brillare dai tedeschi nel 1943 e ricostruito negli anni Cinquanta.

panorama_estSalendo su Colle Pizzuto(6) si possono osservare paesaggi dal raro fascino.Rione san Vito annuncia l’arrivo in paese. La chiesa di San Vito(7), fu una cappella extra moenia, completamente riedificata nella metà del 1700. Via Corso Italia è il centro storico(8), Piazza Marconi ne rappresenta la parte monumentale. Il luogo merita una ragionevole sosta per ammirare Palazzo Bassano, la chiesa di Santa Giusta(9) e l’incantevole panorama verso il Gargano e le Tremiti.
Transitando per Piazza Fuori Porta e via Fontana Grande si giunge a Fontana Grande(10).
Si prosegue lungo Via del Cimitero fino all’incrocio con Via Roma; dove salendo una piccola rampa di scale e attraversando un piccolo parco giochi, si giunge in prossimità del bar-ristorante Bella Italia (11)

Punto di partenza n°2, Parco giochi: parcheggio

(11)Da Via Mario Caruso e lungo la vecchia provinciale Trignina, che conserva la pavimentazione originale fine ‘800 inizi ‘900, si prosegue per una pista sterrata attraverso una rigogliosa pineta, impiantata negli anni Settanta. Giunti sulla nuova provinciale Trignina, si punta per la cima di monte Farano. Ridiscesi dal monte, una vecchia e scoscesa mulattiera conduce a fonte
pineta_panoramaTrocchi
(16). Una strada più comoda porta a Colle Fanino(20), Difesa Grande(17) e alle falde di Colle Amarena(22).Il paesaggio offre vedute suggestive: calanchi(19), vallata del Trigno, pendici boscose ed i paesi del basso Molise fino al mare.
A bassa quota, sui terreni prossimi al letto del fiume, s’incontrano  alberi e arbusti tipici della macchia mediterranea e molti pini di rimboschimento.

Anfiteatro delle lame

Anfiteatro lameLama nell’idioma locale sta per frana. I toponimi Amarena, Lama Grossa, Lago Lungo e Lago Piano (dal vernacolare lama ren’, lama ross, lac plan e lac long)testimoniano un evento o una serie di eventi franosi che determinarono l’attuale morfologia del versante Sud-Ovest del territorio tufillese. Caprafica, Colle Pizzuto, Monte Farano, Monte Fanino e Colle Amarena ne costituiscono gli attuali contorni. Essi rappresentano anche i principali punti di riferimento del nostro percorso.

Portale e chiesa di Santa Giusta


conchiglia(9)
Opera di Mastro Luca da Tufillo, XIII – XIV secolo, esso si erge su sette gradini. La strombatura, delimitata lateralmente da due piedritti, consta in ambo i lati di quattro colonne binate, intervallate da cornici finemente lavorate. Le colonne ed i piedritti sono sormontati da capitelli ornati con foglie di acanto.
portaleIl triplice archivolto della parte superiore è inquadrato in una cornice sporgente, ornata da foglie di acanto. La lunetta, sovrasta un architrave montato su imposte fissate sui due stipiti. Il Cristo benedicente, posticcio, è della metà 1900. Fra la cornice e l’archivolto sono presenti interessantissime pietre scolpite, tra cui uno stemma losangato richiamante la casata di Ranieri di Monaco oppure lo scudo Croato. La parte destra fu completamente distrutta dai bombardamenti degli Alleati: il piedritto, le colonnine e le rispettive cornici che vi si scorgono sono delle cattive imitazioni poste in opera negli anni Cinquanta del Novecento. Il portale presenta notevoli somiglianze con l’analogo della chiesa diruta di San Pietro di Vasto. L’impianto architettonico complessivo è quasi sovrapponibile. Si potrebbe supporre una qualche relazione fra Mastro Luca di Tufillo e Ruggero da Fragenis, autore nel 1293 del portale di San Giuseppe a Vasto e, secondo alcuni, artefice anche di quello di San Pietro. Il portale di Santa Giusta riprende entrambi: da San Pietro l’impianto generale della strombatura e dell’archivolto, da San Giuseppe la cornice che inquadra l’arco.

Monte Farano

Dalla sommità di monte Farano(15) (m. 705) la vista spazia – in condizioni di buona visibilità – dai monti del Mateschiavee al massiccio della Maiella, dal Gargano alle isole Tremiti e persino ai lembi della costa dalmata. Monte Farano è un sito di grande interesse archeologico(14). Recenti scavi archeologici hanno riportato alla luce reperti databili dal IX-VIII secolo a.C. al II-III secolo d.C. (resti di capanne dell’età del bronzo ed elementi fittili dell’età imperiale romana). Probabilmente fu sede di un importante centro dei Frentani, Agello, toponimo inciso su una chiave bronzea, rinvenuta in loco, dedicata alla dea italica Herentas(21). Alcuni reperti possono essere ammirati nella “Casa di Herentas”, previo prenotazione. Agli inizi di novembre del 1943, durante la II guerra mondiale, fu teatro di violenti combattimenti fra l’8ª Armata britannica di Montgomery e
vaso decoratole postazioni germaniche del LXXVI Panzerpkorps di Herr. Sono ancora visibili le buche prodotte dalle bombe e le fosse scavate dai tedeschi. Oggi, i deltaplanisti sfruttano le correnti d’aria ascensionali che si generano dal suo versante meridionale.

Fontana Grande

(10)Usata un tempo dai Tufillesi per gli approvvigionamenti domestici, per il lavaggio dei panni e come fontanaabbeveratoio dei copiosi animali, Fontana Grande venne edificata nelle forme attuali nel 1761. La committenza dell’opera può essere attribuita ai Bassano, allora Marchesi di Tufillo, o all’Universitas Tufilli. Nel 1816, il capomastro Carlo Di Fonzo intervenne per coprire, con bella volta a sesto ribassato, la seconda vasca e per aggiungervi gli abbeveratoi laterali. Altri lavori di riparazione furono eseguiti nei primi del Novecento da mastro Paolo Ciccarone di Tufillo. Infine, per accrescerne la capienza e per sopperire agli aumentati bisogni idrici cittadini, la fontana venne completamente chiusa.
Negli anni 2007-2009 essa è stata restaurata sotto la supervisione della Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali. Alla sommità della fontana si è aggiunto un cornicione modanato e la vasca di captazione è stata riaperta frontalmente grazie al riposizionamento di pilastrini in pietra di San Luca. La pavimentazione e la strada di accesso sono state risistemate nella stessa occasione. L’acqua della Fontana oggi è classificata non potabile.

Caprafica

caprafica crinaleLo sperone roccioso di Caprafica (3-4-5)chiude il corso del Trigno in una stretta gola e divide la bassa dalla media vallata del Trigno. In antico esso segnava il confine fra i Frentani ed i Sanniti Pentri.

Flora e fauna

gineproColle Amarena: lecci, roverelle, farnetti, ornelli, frassini, rari sorbi, esempi di acero minore, italico e campestre, con sparute apparizioni di lentisco e pero selvatico; tra gli arbusti prevalgono il cisto, il rovo, la ginestra e la sanguinella.
Caprafica: fitta la presenza dei sempreverdi, in primo luogo del lentisco, poi il leccio, il ginepro ed infine i cipressi da rimboschimento. Tra le altre piante prevalgono l’acero, il sorbo, il maggiociondolo, la roverella, il  farnietto, il carpino bianco e nero, rari esempi di bagolaro. Fra gli arbusti si segnalano la sanguinella, la rosa canina, il biancospino e la berretta da prete, ma non sono rari il sambuco, il nocciolo ed i palloni di neve. Da Caprafica a Monte Farano: tra i sempreverdi il ginepro, i pini da rcipressiimboschimento e rari cipressi. Prevale il bosco misto con prevalenza di farnivespariaetto, roverella, carpini, aceri,  ornelli e frassini, con presenze di sorbo e di cornioli. Nel sottobosco prevalgono rovi, rosa canina, biancospini, pungitopo, asparagine, sanguinelle, cisto, ecc.
E’ facile incontrare: lucertole, passeri, ghiandaie, gazze, ramarri, poiane, corvi e cince; con po’ di fortuna: volpi, civette, picchi, tassi, ricci, donnole, fagiani, caprioli,  cinghiali, ecc…